BRESCIA -La "materia prima" di cui oggi abbiamo più bisogno è la fiducia. È ruotato attorno a questo tema l'incontro tra gli imprenditori della prima giornata di "Made in Steel", l'appuntamento biennale dedicato all'intera filiera dell'acciaio, inaugurato ieri mattina a Brescia.
Tra gli operatori presenti in sala serpeggiava un certo apprezzamento per l'esito dell'incontro tra Berlusconi e il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha visto lo stanziamento di 1,3 miliardi di euro (diventati poi 1,5, ha detto il ministro Scajola) per il Fondo di garanzia, una cifra in grado di generare liquidità per 60-70 miliardi, e altri sostegni.
Il presidente dell'Aib (Associazione industriale bresciana) e di "Made in Steel", Franco Tamburini, non ha voluto fare previsioni, ma ha indicato le priorità per affrontare, e superare, la recessione. Che si chiamano credito e infrastrutture. Sul primo punto ha ricordato anche gli interventi a sostegno di Confidi, richiamando la necessità di snellire le procedure a livello locale per realizzare le opere pubbliche, dal momento che il 75% di tali interventi sono in mano agli enti locali.
Su questo versante Franco Bettoni, presidente della Camera di commercio di Brescia e di Unioncamere Lombardia, si è detto convinto di riuscire ad aprire i primi cantieri della Brebemi «entro luglio. Anche perché i 43 Comuni interessati hanno dato il loro parere favorevole per un'autostrada che abbiamo autofinanziato e che porteremo a termine in tre anni». Il punto di vista degli utilizzatori dell'acciaio è stato spiegato dal presidente dell'Anima (meccanica varia), Sandro Bonomi, che ha auspicato una maggior collaborazione con i produttori (ad esempio individuando le modalità per rendere meno volatile il prezzo per una singola commessa e concordando i tempi di pagamento), mentre al Governo ha indicato i sostegni necessari per aiutare i trasformatori a superare il ciclo negativo: «Servono un Fisco meno vorace, maggior credito, incentivi ai consumi per andare oltre la crisi e, soprattutto, un dialogo più serrato in modo che l'Esecutivo possa ascoltare e recepire i suggerimenti del mondo produttivo». Il presidente di Assofermet acciai, Andrea Gabrielli, ha invece illustrato il punto di vista della distribuzione, un altro anello importante della filiera, chiedendo un maggior equilibrio tra domanda e offerta così da ridurre la volatilità dei prezzi. Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai, non ha nascosto le difficoltà della crisi: «A gennaio la produzione di acciaio è scesa del 40,4%, dopo il calo del 3,1% del 2008. Per quest'anno le stime sono di una caduta del 23,4% del consumo apparente, sempre rispetto allo scorso anno che era già diminuito del 6,2 per cento. La tendenza recessiva nei consumi reali dovrebbe comunque attenuarsi». Pasini ha infatti rimarcato come «i prezzi siano ormai scesi ai livelli minimi, per cui abbiamo toccato il fondo. Dovremmo quindi aver finito la discesa, anche se, per attendere il dispiegamento della "ripresina" produttiva, bisognerà attendere settembre. Il via alle opere pubbliche va invece accelerato perché serve non domani, ma ieri. Il sostegno del Governo è fondamentale per ripartire il più in fretta possibile; in questo senso alcuni interventi già avviati come ad esempio il rilancio del piano infrastrutture e gli aiuti concessi alle imprese fanno ben sperare per il futuro».
